sabato 31 marzo 2012

Cinquantanovesima tappa. (7N)

30 marzo

Zenarruza - Gernika 19 km 1942,5 (202)

Tappa cortissima che inizia alle 08:10 dopo la colazione offerta nel monastero.
La mattinata è fresca ed ottima la temperatura per camminare.
Immediatamente il cammino entra nel bosco e per i 5,5 km che portano a Muntibar, è un alternarsi di stretto sentiero o strada, a volte cementata e a volte asfaltata, in certi momenti i passaggi sono difficili in quanto in diversi punti v'è dell'acqua.






Giungo in paese ed evito, come lo scorso anno, di prendere la strada sbagliata.
Oltrepassato il il piccolo paese riprendo la stradina di campagna: ed è subito salita.
Ve ne saranno diverse ed alcune anche di forte pendenza per fortuna rispetto a ieri molto meno lunghe.
Ricordo perfettamente il tragitto ed i suoi vari passaggi, dall'oltrepassare la collina incrociando la strada, al scendere in fondo alla valle fiancheggiando il fiumiciattolo che vi scorre accanto, il dover attraversare dei punti nei quali non è possibile evitare di bagnarsi i piedi sino alla strada che porta al paese di Mendata.
Poco prima di arrivarci evito il tratto del cammino in quanto è solo un allungare di almeno un km un tratto di 300m.





Quindi la discesa verso Arratzu attraverso il bosco.
Qui giunto faccio una breve sosta per bere.
Marmiz è il paese successivo lo raggiungo dopo l'ultima salita della giornata alla quale vi arrivo dopo essere disceso fino al torrente ed averlo fiancheggiato sino all'inizio della salita.
Decido che per oggi non ho più voglia di scannarmi e da Marmiz raggiungo Guernika seguendo la strada.
Guernika è un centro abitato divenuto famoso per la repressione che il generale Franco vi attuò culminando con il bombardamento che rase al suolo completamente il centro abitato.





Nel centro cittadino decido sul da farsi, se proseguire per latri 9 km o se sostare qui per la notte, propendo per la seconda ipotesi avendo così il tempo a disposizione di trovare alloggio in quel di Bilbao per il giorno dopo.
E grazie all'amico Alberto, che vive a Bilbao, riesco a trovare una sistemazione per me ed altre tre persone.

Ho mangiato:

Pane con latte;
680 gr di fragole 280 gr di pane;
Un pacchetto di patatine, un dolce;
Due pere 400 gr di formaggio.

venerdì 30 marzo 2012

Cinquantottesima tappa (6N)

29 marzo

Deba - Monastero di Zenarraza. 29 km 1923,5 (183)

Alle 07:50 esco dall'albergue, gli altri sono partiti da un poco di tempo.
Mi fermo per un te e riparto.
Non mi ricordavo la salita così dura, specie il primo tratto, con una pendenza da far salire le macchine in prima, sono circa 300 m ma veramente molto duri.






Già la temperatura inizia a salire, nonostante ci sia un poco di vento.
Dopo circa 2 km arrivo sulla cima, un breve piano ed inizia la discesa molto più ripida del tratto in salita di poco prima.
Non ricordo affatto questo tratto, non ricordo di avere attraversato paesi ma soprattutto non ricordo una discesa da stare quasi seduti.
Comunque arrivo in fondo e chiedo a due che stanno salendo la direzione, mi dicono che devo tornare indietro di almeno 2 km visto che questo non è il cammino.
Dato che vanno nella mia stessa direzione li seguo... ma io ho lo zaino!
Ripreso il cammino, non erano poi 2 km per fortuna, ricomincio pure a salire e salgo sino all'ermita del Calvario, qui le chiamano tutte così, basta che la strada che le raggiunge abbia una pendenza impossibile.






Un breve tratto in piano e poi subito salita si sale per un km circa poi finalmente la discesa fino a Olatz, qui supero uno spagnolo ed una tedesca ed al bar successivo incontro la la coppia che era in albergue con me.
Dopo questa breve sosta ricomincio e stavolta una salita lunga 4,7 km con dei tratti a fortissima pendenza, da far scendere i ciclisti e spingere le bici, lungo la quale supero la coppia spagnola.
La fatica è tanta e poca è la voglia di guardarmi in giro e le poche volte che lo faccio mi accorgo di essere in un posto fantastico dominato dai suoni ed i rumori della natura.
Una serie continua di abetaie, tratti con faggete, alcune macchie di eucalipto e tanta quercia.
Di tanto in tanto delle grosse macchie di prato e delle case spuntano qua e la, sono allevamenti a carattere familiare con pochi animali, e rompono la monotonia, a volte ossessiva, del bosco.




Il percorso alterna tratti di cemento ad alcuni di asfalto, molta terra battuta ma soprattutto strade forestali a volte difficili per il tanto fango che c'è.
Verso le 13:00 inizia la discesa definitiva verso Markina.
Tanto era stata dura la salita altrettanto lo è la discesa, specie in alcuni tratti e nell'ultimo in particolare che per fortuna o sfortuna è sul cemento.
La pendenza è tale da dovermi fermare un paio di volte per far riposare le ginocchia.
Giunto in fondo, ancora 500 m e giungo in paese.
Mi premuro di chiedere dove sia il negozio più vicino e vengo così a sapere che c'è sciopero generale e che è tutto, completamente chiuso, nemmeno un bar aperto.
Mi fermo una mezz'ora, faccio scorta d'acqua alla fontana e riparto.
Lo scorso anno questo tratto lo percorsi sulla strada, stavolta preferisco il sentiero.
Giunto a Irizubieta vedo quello che mi pare un ristorante aperto, ci vado e chiedo se danno da mangiare, intanto vedo montagne di patate fritte sui due lunghi tavoli, ai quali sono sedute una ventina di persone, e me le immagino, le patate, con la salsa per le patatas bravas.
Purtroppo è un club privato e non un ristorante, mi chiedono se voglio qualche cosa da bere: io ho fame non sete!!!
Mi riavvio, dopo 2 km arrivo a Bolivar il paese che ha dato i natali a Simon Bolivar.
Naturalmente c'è la casa-museo.
A Zenarruza arrivo verso le 16:30.
La guida mi dice che c'è un albergue privato aperto, lo raggiungo ma è chiuso di conseguenza vado in quello del vicino monastero.
Nel piccolo negozio gestito dai frati acquisto biscotti e marmellata prodotti da loro e me li "scofano" con tanta gioia e soddisfazione.
Mi sistemo e tra le istruzioni che ricevo c'è quella della cena alle 20:30.
Verso le 18:00 arrivano lo spagnolo con la tedesca: addio notte di solitudine!

Ho mangiato:

250 gr di pane con 100 di sottilette, un'arancia una brioche;
400 gr di biscotti e 250 di confettura di pesche;
Brodo di verdure con pane, una mela, un'arancia.

mercoledì 28 marzo 2012

Cinquantasettesima tappa (5N)

28 marzo

San Sebastian - Deba 47 km 1894,5 (154)

Parto alle 08:00, dopo la colazione all'ostello, subito la bella salita di circa 500 m con una forte pendenza, così, tanto per dare il buongiorno!
Sulla cima attraverso una strada ed il cammino prosegue su una strada comunale in parte asfaltata ed in parte cementata, non è il meglio per camminare ma già il paesaggio comincia ad essere accattivante.
Per un tratto cammino su strada in terra e sentiero.






In pratica la strada taglia la costa tra allevamenti coltivazioni, pascoli e macchie di bosco sino alla discesa verso Orio.
Stavolta il paesaggio mi diventa familiare solo dopo averlo rivisto, a differenza di altri luoghi che ho ben impressi nella memoria, non ricordo quasi nulla di questo tratto se non il fatto che costeggia l'oceano.
Alcuni tratti che avevo focalizzato me li ritrovo in posti diversi da dove li ricordavo.
Come ricordo con esattezza l'ermita di San martino, che raggiungo dopo la lunga e dura discesa e l'attraversamento dell'autostrada, ove mi sono fermato lo scorso anno cosa che faccio pure stavolta per mettermi in "corto": fa caldo!







Poco dopo entro in Orio e mi viene in mente il fatto che attraversarlo è una delle cose più odiose di questo cammino nonostante sia un bel paese.
Prendo, seguendo le indicazioni, la via del porto e prima di arrivarvi una deviazione a sinistra mi porta verso l'ennesima salita.
Raggiunta la cima incomincio a vedere la cittadina di Zarautz, la discesa è poco impegnativa, in pochi minuti l'attraverso e mi ritrovo sullo strano lungomare che la collega a Getaria, un lungo marciapiede sospeso sull'oceano.
Qui giuntovi proseguo verso Zumaia luogo di sosta come lo scorso anno.





Anche stavolta non riesco a trovare le indicazioni per il cammino sicché cammino lungo la strada statale: per nulla sicura.
Qui sosto per una ventina di minuti, una telefonata a Deba per l'albergue, un poca di spesa e via verso la lunga salita che porta ad Elorriaga, difficile soprattutto per il caldo.
Qui molte cose non le ricordo in quanto lo scorso anno pioveva e c'era oltre alla nebbia un forte vento e ben poco si poteva vedere.
Raggiungo la cima in corrispondenza di un merendero, quindi un lungo tratto in piano fino alla discesa che porta ad incrociare la statale e subito la salita verso l'alto dell'Itzar.






Anche qui il paesaggio cambia poco a parte l'oceano che scompare dietro le colline.
Dall'alto dell'Itzar inizia la lunga discesa a Deba che culmina con il tratto in cemento che porta al paese: un km circa di una delle peggiori discese di tutti i cammini sinora fatti.
Lo scorso anno con la pioggia era di una pericolosità incredibile, c'ho messo oltre 20 minuti per raggiungere il paese, ho provato ad immaginarlo in autunno ricoperto di foglie e bagnato...
Il culmine lo raggiunge nei pressi dell'ermita del Calvario.




A parte Zenarutz, tutti gli altri paesi incontrati sono raccolti in piccole case e grandi palazzi infilati dentro gli spazi angusti dei vari fiordi che l'oceano, con la collaborazione dei vari fiumi che ci si buttano, ha prodotto in queste terre.
Tanto per non farmi mancare nulla in paese ci arrivo con l'ascensore.
Vado presso la polizia locale per l'albergue che raggiungo poco dopo e ci trovo 4 persone e pensare che già mi immaginavo la notte da solo!
Comunque mi sistemo ed esco per la ricerca del solito wifi.

Ho mangiato:
Un dolcetto una tostada con olio;
Due banane un filone di pane;
500 gr di fragole un pacchetto di biscotti;
Mele e flan.

martedì 27 marzo 2012

Cinquantaseiesima tappa (4N)

27 marzo

Irun - San Sebastian. 25 km 1847,5 (107)

Stavolta sono preparato, ho alle spalle un poco di allenamento quindi dovrei finire la tappa in poco tempo e senza molta fatica.
Parto alle 08:30 e vado alla ricerca dell'albergue municipale nel tentativo di trovare le indicazioni, anche se la giornata bellissima mi consente di vedere il punto che dovrei raggiungere: L'Ermita de Guadalupe!






Non ho difficoltà a trovare chi mi indirizza bene, quindi, prima di avviarmi, faccio scorta d'acqua, non ci sono paesi per oltre 14 km.
Oltre all'acqua acquisto delle fragole che più avanti divido con un paio di pony.
La salita all'ermita è abbastanza dura e la raggiungo dopo oltre mezz'ora con al seguito uno spagnolo che mi si è attaccato all'inizio dell'erta e che ho lasciato qualche minuto indietro, spero non sia come quello dello scorso anno, il quale mi raccontava che lui preferiva camminare da solo ma per scrollarmelo di dosso, il giorno successivo, mi son fatto 15 km in più.
Questo per fortuna non parla e se ne va per i cavoli suoi.






Oltre la chiesa il cammino corre su una strada forestale che taglia a metà costa la montagna, ed a parte la salita iniziale non ha grandi asperità.
Il contrasto che si ha qui è veramente forte: dal fondovalle salgono i rumori della sottostante zona industriale e navale che coprono i suoni della natura circostante ed i campanacci dei cavalli lasciati al pascolo "liberi".
Inizia subito a far caldo e dopo pochi minuti già viaggio in pantaloncini e maglietta.
Le zone d'ombra sono poche e devo comunque viaggiare con la testa coperta per evitare la fine di due giorni fa.






Si rivede l'oceano non appena si giunge sopra l'ingresso al porto ed i cantieri di San Juan.
Verso le 12:45 ci arrivo al porto di San Juan!
Il paese si raggiunge dopo una lunga e ripida discesa che mette veramente a dura prova le articolazioni. Ma di discese come questa ce ne sono molte su questo cammino.
La particolarità di San Juan sta nel fatto che si attraversa su di una una piccola barca a motore che fa da spola tra una sponda e l'altra del paese.
In paese v'è la casa-museo di Victor Hugo.






Quando si dice: "I vecchi sistemi funzionano sempre!"...
...a distanza di una anno `ancora li, nessuno l'ha rubato!


Una breve pausa aldilà del porto quindi verso la ripida e dura salita che porta sulla strada del faro e lungo il sentiero.
Superato il faro si lascia la strada per il sentiero, tipicamente di montagna, che sovrasta le falesie che danno sul sottostante oceano.
Dopo alcuni minuti si abbandona il sentiero per prendere una strada in parte d'asfalto ed in parte in cemento.
Qui raggiungo un luogo molto carino che non ha un nome ma che ricordo con molto piacere: un forno che produce solo pane e dolci con farine biologiche e che offre ai passanti da bere degli sciroppi da loro prodotti chiedendo in cambio un'offerta, ed è gestito da una comune.




Naturalmente mi fermo, una menta fresca è quello che ci vuole, offrono pure i loro biscotti che hanno una particolarità: sono si dolci ma non quel dolce nauseante al quale siamo abituati!
Mi fermo per una trentina di minuti, il posto è veramente molto bello, inoltre San Sebastian è a meno di 3 km.
Mi faccio dare il biglietto da visita del loro negozio in città, SENTIDO COMUN e ci faccio una sosta non appena arrivo ed acquisto dell'ottimo pane con farine integrali e semi vari.
Il tratto che va da questa località alla città è per metà su cemento, la parte in salita, e su sterrato il resto.
Lungo la discesa si inizia vedere la città con quelle spiagge che la rendono famosa, oltre che per i ristoranti, qui in Spagna, il particolare la CONCHA.




Faccio alcune foto e dopo essere passato per il negozio riprendo percorrendo il lungomare, che in considerazione del fatto che in spiaggia c'è molta gente, non è pesante da attraversare.
Ah quanta gente invidierà le persone che si vedono nelle foto... vero care signore incartapecorite dal sole e dalle lampade!? ^_^
Dopo questo breve spettacolo fatto di tette e culi di ogni forma e dimensione arrivo all'ostello, che ha il vantaggio di essere a due passi dal sentiero che dovrò prendere domani ma soprattutto è già fuori città.

Ho mangiato:

Una brioche;
400 gr di fragole;
Due banane e due mele;
650 grammi di pane e formaggio.