mercoledì 1 agosto 2012

As Seixas- Arzùa- Santiago 31 luglio - 01 agosto.

As Seixas- Arzùa- Santiago 31 luglio - 01 agosto

Oramai alla fine anche descrivere i luoghi che si attraversano diventa un poco noioso.
31 luglio.
Partiamo verso le 07 ci attendono una trentina di km e nemmeno molto duri.
Come i giorni precedenti la nebbia la fa da padrone nelle prime ore del mattino.
Saliamo verso i 730 metri del punto più alto della tappa in un paio di km dopo la partenza percorrendo una strada in terra battuta.
Non appena inizia la discesa, su strada asfaltata, la nebbia inizia a dipanarsi ed offre alcuni spunti per delle fotografie.



 Scendendo attraversiamo alcuni piccoli centri abitati sino a quando non effettamo una breve sosta in un piccolo bar a pochi km da Melide.
Qui arriviamo verso le 10.30.
Tra i miei pensieri v'è quello dell'effetto che avrà l'immissione del cammino primitivo in quello francese.
Immagino uno "tsunami" di folla che proveniente dalla nostra sinistra quasi ci impedisce di immetterci su quel sentiero. Siamo ad agosto, uno dei mesi "caldi"!
Entriamo in Melide e la gente, avvezza al passaggio di tanta gente con lo zaino in spalle, nemmeno fa caso a noi. non troviamo i segnali e siamo costretti a chiedere.


 La grande sorpresa invece: lo "tsunami" diventa un semplice "pororoca" che piano risale le lente acque del Rio delle Amazzoni.
Poca gente, seppur bisogna dire che l'ora di arrivo all'incrocio con il francese poteva far pensare ad una cosa simile.
La noia del tracciato termina con l'arrivo ad Arzùa e qui gli equilibri si ristabiliscono: gli ostelli sono tutti pieni.
Fortunatamente la sera prima avevo avuto la buona idea di prenotare presso uno di questi.
Ritroviamo pure il resto della compagnia, dalla quale domani ci divideremo, e con la quale chiudiamo con una cena.

 01 agosto
Decisi ad arrivare a Santiago in tempo per permetterci di andare ad Orense, tappa oramai d'obbligo per frequentare le locali terme, partiamo alle 06.30.
E' buio quando ci muoviamo e già diverse persone sono come noi lungo il sentiero.
Attraversiamo i meravigliosi boschi di eucalipto, tipici del luogo, incontriamo gli immancabili allevamenti e camminiamo per diverse ore tra l'olezzo del letame.
Le poche e poco ripide salite, i lunghi rettilinei ed i bervi tratti lungo la strada asfaltata ci portano al Monte do Gozo ove campeggia quella cosa orripilante che chiamano monumento e che annuncia al camminante l'arrivo alle porte di Santiago.
La discesa verso la città lungo le strade trafficate.
Arriviamo in piazza do Obradorio verso le 15.30 e come ogni volta rinnovo il mio personale rito per festeggiare la compiuta missione: mi scofano un corpulento panino col formaggio!


Da qui parlo per me: Roberto.
Mi spiace deludere chi si aspettava qualche cosa di più emozionante, ma personalmente, un poco per l'abitudine oramai ed un poco perché certe cose non mi toccano, trovo l'arrivare a Santiago una cosa in più della quale potrei benissimo fare a meno.
Per me, lo ripeto, il cammino sta sotto i piedi, passo dopo passo e non nel raggiungere una meta, avrei potuto benissimo continuare senza nemmeno far caso dove mi trovavo.
Tra i miei progetti c'è ancora un cammino in terra spagnola, per ora, quindi si sta facendo avanti la voglia di iniziare a girare per l'Europa con carrettino al posto dello zaino in spalla ed andare dove mi porta il "fegato"!
Un saluto a tutti!

1 commento:

  1. concordo pienamente con la poca emozione che regala Santiago.
    franca

    RispondiElimina