martedì 7 febbraio 2012

Decima tappa

07 febbraio

Caceres - Canaveral. 47,5 km. 349

Dopo la sosta di ieri è tempo di ripartire.
Notte insonne a causa di un fastidioso problema di stomaco che riesco a placare solo dopo avere mangiato qualche cosa e solo per poco tempo.
Alle 07.50 parto comunque dopo avere mangiato del pane.
Sono solo, Francesco è rientrato a casa in quanto ha finito le ferie.
La prima mezz'ora tutto bene, fino a quando esco da Caceres.
Per i primi 5 km circa cammino sull'asfalto il resto dei rimanenti su strada sterrata sino all'arrivo a Casar de Caceres.


Il percorso non è male a parte il primo tratto che è camminato sul lato di una strada molto trafficata e pericolosa. Il secondo invece si snoda in una campagna brulla che comincia appena a risentire dei primi calori di stagione.
La giornata non è male ed a parte il vento fastidioso per il resto cammino fin troppo bene con una media di circa 6 km orari. Gli impacchi di ghiaccio sulla caviglia fatti ieri hanno avuto il loro effetto.
Dall'uscita di Caceres il fastidio allo stomaco non mi ha lasciato un momento.
A Casar m'è d'obbligo la sosta per acquistare quello che per me è un mito in fatto di formaggi: la "Torta del Casar".

E' un formaggio cremoso che viene ottenuto da un latte di pecore che sono state allevate con un tipo particolare di erba che conferisce al formaggio un sapore particolare: par me una favola!
Dopo la sosta golosa riparto non senza un poco di pane.


Vado spedito ed in pochi minuti attraverso il paese per poi prendere una strada di campagna che attraversa e costeggia diversi allevamenti di vari animali, perlopiù pecore e mucche. Un particolare, dalle mucche ai maiali dalle pecore alle capre, tutti gli animali vivono allo stato semi brado.
Questo tratto lo percorro in circa 2 ore.
Il paesaggio è molto bello, viaggio quasi sulla cresta delle colline e la vista si perde in lontananza verso panorami che danno la sensazione di infinito: a sud verso Caceres e a nord verso Canaveral ad est e ad ovest non ho idea di cosa ci sia.



La camminata è ancora buona e considerando la velocità con cui viaggio ad un paio di km dalla carretera N630 mi fermo per uno spuntino. Naturalmente col formaggio appena acquistato, tra l'altro ho preso un queso de oveja curado ed è con questo che pasteggio.
Durante questo tratto così per incanto il fastidio allo stomaco se n'è andato.
Terminato il pasto mi riavvio e subito dopo prendo la N630 è uno dei tratti, fra tutti i cammini, che meno mi piacciono. Comunque è sempre meglio che camminare sul sentiero in quel tratto è da pazzi, chi lo ha disegnato deve avere degli incubi frequenti che sfoga a quel modo: un continuo saliscendi che in certi momenti diventa pure pericoloso.




In questo tratto si costeggia l'embalse di Alcantara, un lago formato da una diga con un'ampia superficie che dalla prima volta che ho visto si è ridotta in modo drastico.
Giunto all'altezza dell'albergue di Alcantara, deciso di prendere la via del sentiero che da quel punto sale verso la meta.
E' una strada alquanto sconnessa e mediamente ripida, il vero problema sono i km già accumulati nelle ore precedenti che rendono la salita faticosa.



Come se non bastasse vi sono dei lavori in corso, un'autostrada, che in parte disturbano ed allungano di qualche centinaio di metri il percorso.
Se il primo tratto l'ho percorso ad una buona media, questa si è abbassati di brutto verso l'arrivo in paese presso il quale arrivo verso le 15.50.
Qui, previa telefonata il giorno prima, trovo alloggiamento presso l'hostal Malaga, con una tale stanchezza addosso ed il tanto sonno dormire al caldo è il minimo che possa chiedere.


Per la prima volta da solo.
Fino a questo momento tutto è andato come previsto, l'ottima compagnia di Francesco per affrontare le prima tappe ed ora la solitudine più totale, non pare che avanti ci sia qualcuno che cammina.
Comincio ad entrare nell'atmosfera che vado cercando: tempo da dedicare a me ed alle mie salsicce.
Mi è stato detto che questa altro non è che una fuga, rispondo semplicemente dicendo che sono ben cosciente del fatto che i problemi non li lascio a casa. Pensarci stando lontano dall'ambiente di tutti giorni, li rende quasi facili da risolvere, quelli che paiono insormontabili diventano semplicemente abbordabili e risolvibili.
Inoltre quando ritorno a casa sono sempre molto più calmo e tranquillo, sto bene con me stesso.
Se c'è un problema è il fatto che poco dopo essere rientrato già sento il bisogno di ripartire...

Ho mangiato:
Due banane un pezzo di pane;
Formaggio e pane;
Torta del Casar 150 gr;
4 iogurt

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