lunedì 27 febbraio 2012

Ventisettesima tappa

26 febbraio

Orense - Cea. 22 km 859.

Dopo due giorni passati tra oziare, mangiare e bagni termali è ora di ripartire... solo!
Ieri Manuela è rientrata!






Da questo momento cercherò di immergermi in quello che è lo scopo di questo mio camminare.
Dopo avere accompagnato Manuela, ritornando dalla stazione ferroviaria, sulla strada per l'ostello, ho rincontrato Yoshi il quale è arrivato solo un giorno dopo di noi.
Il tempo di una birra, per me rigorosamente sin, e via verso la salita che porta al rifugio.
Il tempo di prendere asciugamano, costume e ciabatte e via verso i bagni.
Alle 20:00, dopo avere fatta un poca di spesa, sono all'ostello, mi preparo la cena, un paio di chiacchiere con l'hospitalero, che alle 21:30 se ne va, internet sino alle 00:30 e a dormire. Anche stavolta sono solo, non è arrivata gente.
Alle 07: 45 mi sveglio, è difficile ripartire dopo la sosta "forzata".
Finisco di preparare lo zaino, mangio dei frutti, sistemo quel che ho messo fuori posto e verso le 08:30 mi avvio.






Il passo è lento nonostante la discesa che porta all'attraversamento del rio Mino passando sopra il ponte Vella o ponte romano.
In fondo alla discesa mi fermo in un bar per bere un te, dopo pochi minuti arriva Yoshi.
Un paio di chiacchiere con lui e finalmente anche se con poca voglia mi avvio.
La giornata è nebbiosa anche se è una nebbia alta, pur non facendo molto freddo l'umidità costringe a vestirsi con la conseguenza di scaldarsi in fretta e troppo.
Il tragitto di oggi si sviluppa per la maggior parte su asfalto, almeno nel primo tratto.
Uscire dalla città non cambia affatto, che sia piccola o grande.
Dopo un saltare da un marciapiede all'altro arrivo in fondo ad una salita di 3 km che inizia da una galleria molto stretta e che ha un semaforo apposito per i pedoni.
Il ricordo di due anni fa è confermato dai primi passi lungo l'erta.







Ho l'impressione, per chi la conosce, di salire lungo il tratto di strada che porta al cimitero di Paularo, un bel 18%.
Verso la metà circa l'inclinazione aumenta improvvisamente e non è solo una mia impressione, anche i motori delle vetture che salgono quel tratto lo danno a sentire.
Quando mancano circa 3-400 metri alla cima la pendenza si addolcisce.
Qui incontro un signore al quale chiedo informazioni su quel tratto di strada: lunghezza 3 km; pendenza media 18% pendenza; massima 23%.
Se oggi l'avessi affrontata come feci 2 anni fa probabilmente sarei ancora seduto li da qualche parte. Le acque minerali termali debilitano e non poco!
Comunque in cima alla salita vedo da lontano quella che pare una persona con lo zaino in spalle che mi precede.
Un tassista che mi aveva incrociato sulla salita s'era fermato di ritorno dicendomi che aveva accompagnato sulla cima un altro camminatore.






Dalla sommità il sentiero pare piatto anche se inizia una lentissima discesa che porterà a Cea.
Il paesaggio che si attraversa rispecchia quanto visto sino ad ora in Galizia, querceti, castagneti, molta sterpaglia e delle macchie gialle di alberi in fiore che paiono mimose.
Si attraversano diversi piccoli centri abitati ed un bel ponte sul rio Barbantino.
Ad un paio di km da Cea si attraversa la N-525 ed in pochi minuti si arriva all'albergue.
Ivi giunto mi sistemo ed esco per un giro in paese.
Cea non è niente di diverso da tanti altri paesi di quest'area, case in pietra con tetti in ardesia, con dei vicoli stretti e contorti ma ha una cosa che merita assolutamente di essere menzionata: il "Pan de Cea".
Un pane DOP che ha la caratteristica di essere prodotto con farine assolutamente integrali e non mi riferisco a farine che vengono mischiate con della crusca come si fa da noi.


E' di un colore vagamente grigiastro che viene cotto in forni solo ed esclusivamente a legna ed in formati di circa un kg: da provare assolutamente.
Già avevo parlato della bontà del pane in Galizia, se volete questo è l'apoteosi.

Ho mangiato:

Due banane;
Un croissant;
Due mele;
Pan de Cea.

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4 commenti:

  1. Carissimo Roberto, non ho mai commentato i tuoi post ma ti leggo tutte le sere e ti seguo sulla cartina per sapere esattamente in che punto ti trovi. Inutile dire che ti invidio tantissimo e che aspetto impaziente che arrivi il mio turno :-)
    Avevo solo una curiosità ed è legata alle tue bellissime foto. Che macchina usi? Visti gli ottimi risultati pensavo di comprarne una simile.
    Buon cammino! Baci

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    1. Ti rispondo immediatamente: OLIMPUS VR 310 10X 14 mpx.
      A me non soddisfano molto, sono abituato alla reflex con la quale non faccio solo foto ma penso di fre fotografia.
      Questa volta mi sono "buttato" su una compatta in quanto la mia CANON 400D fornita di zoom 18-270 pesa 1,4 kg.
      Le altre volte non era un problema portala e l'ho fatto sempre, stavolta ho al seguito l'iPad con tastiera e portare appresso tutto quel peso...
      Le compatte senza mirino hanno un grossissimo limite che consiste nel fatto che in presenza di molta luce viene difficile capire cosa si sta inquadrando.
      Comunque come diceva quello che succhiava i calzini: "I gusti son gusti!"
      Un saluto ed un grazie a Trilli.

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  2. se posso permettermi di rispondere almeno in parte a ciò che ha scritto anonimo, devo dire che avendo visto Roberto all'opera in questa occasione e ovviamente in tante altre, non è merito della macchina fotografica che in questo caso è una, seppur onorevole, "macchinetta", ma di chi sta dietro all'obiettivo: Roberto ha una particolare predisposizione allo scatto, sa cogliere ilmomento ed il modo di fotografare. E'una elle sue molte doti! Bravo Roberto, e sta volta il complimento non è di parte.

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  3. vedo che sei tornata Trilli!!!!!
    Adesso ho capito perchè eravamo senza notizie per tre giorni.Pellegrini -turisti ehhhh
    Buon cammino nella vita a tutti e due mandi

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