venerdì 10 febbraio 2012

Dodicesima tappa

09 febbraio

Carcaboso - Aldeanueva del Camino. 40 km. 428

Giornata splendida, cielo sereno, non c'è vento ma soprattutto non fa freddo come i giorni scorsi.
Alle 08:10 lascio il bar dell'albergue non prima di avere avute le informazioni che mi servono affinché possa evitare un lungo ed inutile giro che mi porterebbe comunque all'inizio del cammino nel bosco.
Saluto una coppia di inglesi conosciuta in albergue che riprendono la loro camminata da dove l'avevano lasciata lo scorso anno.
Si scende per alcuni metri in direzione della campagna che dopo poche case si presenta con una strada bianca da percorrere per alcune centinaia di metri in direzione ovest.



Dopo un'ampia curva raggiungo il bivio indicatomi da qui prendo la strada in fronte evitando i segnali convenzionali.
Dopo pochi minuti sono all'incrocio che le altre due volte avevo impiegato almeno 40 minuti a raggiungere.
Da qui inizio la salita verso Caparra.
Attraverso un bosco di querce da sughero, alcuni degli alberi portano il segno del "prelievo" effettuato almeno 2 anni prima.



La corteggia grigia, della parte alta non toccata, contrasta con il rosso di quella in fase di rigenerazione.
In questi boschi, come in altri posti attraversati, vi sono diversi allevamenti di mucche e pecore.
Alle 12 in punto, dopo quasi 4 ore, arrivo a Caparra.
Qui effettuo una prima sosta per mangiare qualcosa e fare scorta d'acqua.
Caparra: antica città dell'epoca della dominazione romana, situata sulla Via de la Plata, che l'attraversava, mettendo in comunicazione le città di Emérita (Merida) e Astùrica (Astorga).
Quel che resta della città, andata abbandonata dal 5° secolo, sono gli scavi archeologici che ne stanno riportando alla luce la sua forma ed estensione ed il famoso arco che è tra l'altro il simbolo stesso della Via de la Plata.




Terminata la breve sosta riparto, poco dopo l'area degli scavi, attraverso una strada e mi immetto sul sentiero che mi porterà sino ad incrociare e camminare la N630.
Il paesaggio cambia poco, boschi di querce ed allevamenti.
Dopo circa due ore mi fermo di nuovo per mangiare un altro boccone.
La pace ed il silenzio che dominano mettono di buon umore.
Ascolto la natura che mi circonda, dal fruscio delle foglie e dell'erba secca, smosse dalla leggera brezza, al canto degli uccelli, dal muggire di qualche mucca al belare di agnelli e pecore.



Guardo il profilo delle montagne che piano piano si avvicinano, le cime più alte sono coperte di neve, e lo sguardo va verso un grosso stormo di uccelli che passa di fianco: quest'anno ci saranno molte nascite di bambini in Spagna: sono cicogne. ^-_-^
Mi muovo e procedendo rivedo una cosa che mi aveva sorpreso: dei nidi di cicogna posti in cima a dei pali di legno, come quelli del telefono per intenderci, a reggere il fardello sono state poste sulla cime dei pali delle strutture metalliche che permettono agli animali di costruire il proprio nido.



Al termine di questa strada mi immetto sulla N630, da qui scelgo il tratto della statale in quanto il cammino, per arrivare ad Aldeavueva, è contorto ed alquanto difficile dato il fondo sassoso.
Il tratto della statale non è comunque bello, la strada è trafficata.
Arrivato in paese cerco immediatamente un negozio ma sono chiusi sono solo le 16:30: ho fatto presto ad arrivare.
Mi sistemo nello stesso hostal dello scorso anno, quindi esco per fare scorte per domani mattina.

Ho mangiato:
2 banane;
4 arance;
2 mele;
2 brioches;
e vergognosamente una cioccolata con le mandorle;
Insalata mista e pane.

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