venerdì 10 febbraio 2012

Tredicesima tappa

10 febbraio

Aldeanueva del Camino - Fuenterroble de Salvatierra. 40 km 468.

Ho dormito molto bene sono fresco e pimpante ma il vento che sbatte sulle persiane un poco smorza l'entusiasmo, non è per il vento stesso ma per il fatto che in questa tappa sto andando incontro ad uno dei tratti più ventosi in assoluto a prescindere dalle condizioni meteo.
Comunque dopo una tazza di te parto, sono coperto fino all'inverosimile ed ho pure i guanti.
Il primo tratto è tutto su asfalto sino a Banos de Montemajor.



Il vento a tratti è molto forte.
E' una continua salita che culminerà con l'arrivo al passo che delimita il confine tra la provincia di Caceres e quella di Salamanca.
Giunto a Banos mi fermo per bere qualche cosa di caldo e per mettere il timbro sulla credenziale. Sono già due volte che mi dimentico di timbrare.
Attendo che apra l'ufficio turistico ma perdo solo tempo quindi mi muovo, troverò altrove qualcuno che mi apporrà un timbro. Pochi metri e trovo un ufficio pubblico. Fatto!
Lascio Banos percorrendo quella che era l'antica "calzada romana" in parte ripristinata dalla Junta extremaduregna.



Come previsto in questo tratto il vento è molto forte a parte i primi metri dove il sentiero è protetto dal vento da alcuni alberi.
Lo stesso vale per l'ultimo tratto che decido, diversamente dalle altre volte, di attraversare sul sentiero e non sulla strada.
Giunto a Puente de Béjar inizio la discesa di circa 2,5 km che mi porterà in fondo valle, tramite il Ponte la Magdalena, il rio Cuerpo de Hombre.
Attraversato il ponte vi sono i resti di un miliario a di altre pietre datate lo stesso periodo.



Da qui continuo attraversando la stretta valle sino ad arrivare alla salita che porta a Calzada del Béjar, 1,7 km di una salita su una strada a dir poco disastrata che pare un pezzo originale della strada romana.
Poco prima di giungere in paese ci sono un'ermita e l'albergue "Alba y Soraya".
In paese faccio una sosta di una trentina di minuti per bere e mangiare.


Mi rimetto con il grave peso di essermi ben bene riscaldato vicino alla stufa a legna del bar e la voglia di ripartire è ben poca.
Dopo circa 9 km giungo a Valverde Valdelacasa ove evito di fermarmi al bar vista l'accoglienza avuta lo scorso anno.
Proseguo per Valdelacasa. Lungo il tragitto mi fermo a mangiare le mele che avevo con me con due cavalli che vistomi arrivare, stranamente, si sono avvicinati lasciandosi accarezzare.
Vado avanti e dopo circa 40 minuti arrivo in paese, anche qui al bar faccio lo sbaglio di sedermi vicino alla fonte di calore del locale, poi la bevanda calda... insomma voglia di ripartire niente.
Mancano ancora 8 km faccio lo sforzo e mi riavvio. Stavolta do peso al segnale ufficioso ed ad un bivio scelgo una diversa direzione evitandomi così un inutile quanto dispendioso giro vizioso.
Alle 18.30 arrivo alla meta, vado direttamente all'albergue.
L'accoglienza di questo è una delle migliori dei vari cammini in Spagna, ma d'inverno sarebbe meglio evitarlo.
Mi danno una stanzetta piccolina che ha una stufa elettrica. La doccia fatta al freddo non è il massimo della vita, considerando poi il ghiaccio che c'è all'esterno... il resto dei locali, a parte la sala riunioni fornita di caminetto, sono al freddo. E siamo a 1000 m slm.
Esco per la solita spesa e rientro subito, non è posto da visitare con queste temperature.


Ho mangiato:
Due banane;
Tre mele;
Due arance;
Un panino con formaggio;
Una cioccolata con le nocciole.

1 commento:

  1. bravo amore mio ghiacciato!!! tutt'altra cosa dell'estate scorsa!!!
    Chissà quanto freddo farà nelle prossime...dovrai scaldarmi molto altrimenti non camminerò!!!! a presto Angelo mio!

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