lunedì 6 febbraio 2012

Nona tappa


05 febbraio

Alcuescar - Caceres 38 km. 301,5

...chissà' se riuscirò a mantenere il ritmo... Troverò posti per alloggiare che siano decenti... Giorgio avrà ricevuto il pacco... Com'e' la situazione a casa... E mille altri pensieri che affollano la mente in questa notte passata quai insonne al freddo.
Il sacco a pelo non basta, è di quelli estivi e nemmeno le due coperte che ci danno sono sufficienti.
Questo, col pensiero, m'ha riportato a quando da bambino d'inverno mi svegliavo con il ghiaccio sui vetri delle finestre della camera e tiravo sotto le coperte la maglia per riscaldarla, i calzini erano già al loro posto, se il gatto non mi veniva a fare da scalda piedi, e poi non appena la maglia era in temperatura la indossavo e giù' di corsa in cucina dove il fuoco era acceso piazzandomi davanti alla stufa. Il tepore impareggiabile di una stufa a legna come quella che c'era nel bar ad Aljucen...


Qui no, devo uscire dal sacco a pelo nel quale ho dormito quasi vestito, devo, mio malgrado, rimettermi le cose sporche del giorno prima in quanto non ho avuto la possibilità di lavare alcunché. Nonostante abbia dormito con i calzini i piedi sono freddi ed infilarmi le scarpe e' l'unico modo per cercare di riscaldarli.
Preparo lo zaino, un poco di movimento riesce a scaldarmi.
Sono le 07:30, faccio a tempo a mettere giù le prime righe di questa giornata, ci fanno uscire solo alle 08... ma "a caval donato non si guarda in bocca".
Il sentiero ripete il copione delle tappe precedenti snodandosi nella campagna tra olivi e querce.
Dopo 8 km arriviamo a Casa de Don Antonio e dopo altrettanti ad Aldea del Cano.
Tra queste due località attraversiamo un antico ponte romano, calcune pietre miliari segnano l'antica "Calzada romana" che da Merida portava ad Astorga, la Via de la Plata.
I successivi 11 km, durante i quali attraversiamo un piccolo aeroporto, sono leggermente ondulati e portano a Valdesalor, centro abitato progettato negli anni '60 del secolo scorso dall'Istituto nazionale di Colonizzazione.
Lungo questo tratto il tendine ricomincia a farmi male e per almeno 5 km cammino a stento.






Da qui una lunga salita di quasi 5 km ci porta al valico "Puerto de Las Camellas" posto a 494 mslm, per poi scendere verso Caceres con una leggera discesa.
Ricordandomi dell'ultima volta, ci fermiamo a chiedere se è possibile sostare per la notte presso l'albergue (ostello in italiano) "La Ribera del Marco". C'è posto!
Effettivamente del classico ostello ha ben poco, è un confortevolissimo appartamento con tutto quanto può servire: dal riscaldamento alla cucina, dalla lavatrice (finalmente) ad un bagno decorosissimo e naturalmente un bel e comodo letto.
Finalmente si cucina, non prima però di avere fatto quanto necessario, dalla doccia al bucato.





Visto che la città merita essere rivisitata e viste le condizioni della caviglia dx, decido di fare una sosta per riposare, quindi domani mi fermo.
Spero di potere avere il tempo ma soprattutto la capacità di tradurre in inglese le pagine precedenti, visto che ci sono alcuni amici che non conoscono l'italiano, anzi chiedo aiuto! Non parlatemi di google translator, certe figure!!
Per ora chiudo qui.

Ho mangiato:
Tre banane
Una pagnotta, tre etti di formaggio un'arancia;
Un'arancia una mela;
Risotto con cipolle e carote.



1 commento:

  1. Bravo Oxy ... ora il racconto è completo.
    Testo e immagini
    Buen camino peregrino e che il tendine ti lasci in pace

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