sabato 17 novembre 2012

Cammino francese 9a tappa

Burgos-Hontanas 16-11-12

Stamane mi sveglio così: http://m.youtube.com/watch?v=TsgYPpFoASQ
Niente di meglio per una tappa come quella di oggi. (Fate il copia incolla)
Nella canzone si parla di Sud America con le sue immense distese nelle quali immagino facile perdersi, come facile è perdersi qui sulle MESETAS.



 Non parlo, naturalmente, di perdersi fisicamente ma con la mente, vagare senza una meta, immergersi nei proprio pensieri buttandocisi a capofitto evitando di galleggiarci.
Il tempo di elaborare questo pensiero e già sono in strada, ho appena parlato con alcuni spagnoli del tempo che farà e mi dicono che oggi pioverà così come domani.
Fuori la temperatura ed il cielo in parte nuvoloso fanno pensare che sarà così, ma non appena il sole prende piede, svaniscono le nuvole e la temperatura già gradevole lo diventa ancora di più.
Uscire da Burgos è peggio che entrarci, la città non finisce mai e, cosa strana, in questa città trovo, alle 07.30, più macellerie aperte che bar aperti.


 Poco prima di abbandonare il centro abitato mi fermo per un te, qui mi raggiunge un coreano che ha difficoltà a farsi capire con la barista il che mi mette nella condizione di fare da interprete: che soddisfazione, anche se piccola e limitata dalla mia conoscenza dello spagnolo e dell'inglese.
Porseguo e finalmente raggiungo il sentiero che corre lungo una strada in terra battuta tra la campagna. Nonostante ciò la cosa non è delle migliori in quanto in alcuni punti corre, la strada, parallela all'autostrada con quanto ne consegue di negativo cominciando dal rumore, la giornata è ventosa.
A Trdajos mi fermo alla piccola panetteria del paese dove acquisto del pane all'olio, me lo faccio tagliare, ne mangio immantinente una fetta e già pregusto il resto assieme al cabrales acquistato ieri.
A Rozas de las calzadas decido per la sosta e scrivere qualche cosa: il bar è chiuso.
Appena fuori dal paese iniziano quelle che per alcuni sono le famigerate MESETAS: percorso piatto, noioso, senza alcun riferimento eccetera eccetera...
Quando lo scorso inverno le ho ripercorse, ma la contrario, già lo scrissi, me ne feci un'idea totalmente diversa, sono un vero spettacolo.

 Mi immetto sul cammino e cosa poco gradevole, i pali dell'alta tensione che per un certo tratto accompagnano la strada danno un certo fastidio.
Per fortuna solo per poche centinaia di metri, quindi pian piano spariscono dietro le colline lasciandomi solo con il vento, la terra brulla e la strada che piano piano inizia a salire.
Dopo un paio di km decido di fermarmi in un merendero per fare ciò che avrei voluto fare al bar: iniziare a scrivere.
Il posto è quanto di meglio possa chiedere, all'aria aperta, col vento che soffia tra i rami degli alberi scuotendo le foglie rimaste e facendo quasi un piccolo concerto, di quelli che oramai non siamo più abituati ad ascoltare.
Purtroppo un trattore che lavora li vicino rompe un poco questo momento
Sono con le spalle alla strada e di tanto in tanto mi giro e vedo passare chi, partito dopo di me, piano piano risale la dolce china.
E' passata poco meno di mezz'ora quando decido che di rimettermi in movimento e quasi per dispetto anche il conducente del trattore se ne va.
La salita è dolce e non si fatica affatto, la temperatura è quanto meglio si possa desiderare e arrivare alla cima e godere dello spettacolo che questo tratto offre è tutt'uno.

 Dalla cima del sentiero si vede in lontananza Hornillos del Camino e la la breve e rapida discesa al fondo della valle è sotto i piedi.
Il primo tratto è molto ripido e mette a dura prova le ginocchia, ma sono solo pochi metri quindi la discesa va scemando lentamente in modo graduale sino al piano e il paese è li di fronte.
Naturalmente tutto è chiuso quindi mi siedo in piazza e mangio qualche cosa in compagnia di chi si è fermato poco prima di me.
Riparto e la salita di circa 3 km mi porta al grande pianoro che tanto spaventa diverse persone.
Certamente attraversato in una calda giornata d'estate, magari di pomeriggio, non è il massimo, personalmente l'ho sempre fatto con partenza alle 06 o meglio alle 05, arrivando li al momento nel quale il sole inizia a scaldare e non ho mai avuto problemi.

Oggi poi è una cosa indescrivibile pace, silenzio, rotto solo dal rumore dei trattori all'opera, e vista che spazia fino dove l'occhio può.
La prima parte del pianoro viene interrotto dalla valletta ove è posto il rifugio di San Bol.
Breve discesa, salita un poco più lunga ma dolce e via per gli ultimi km di questa meraviglia.
Per me non lo è più, ma immagino la sorpresa di chi qui ci passa la prima volta alla vista di Hontanas.
Scendo in paese e mi sistemo presso l'albergue municipale, stesso prezzo stanze più spaziose ed inoltre posso fare le mie tisane.

1 commento:

  1. ci sono alcune foto che mi fanno restare senza fiato....appena torni le stampiano e ricopriamo le pareti di casa! Sei semplicente un fenomeno ( ma questo lo sapevo già :-)...)

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