domenica 4 marzo 2012

Trentaquattresima tappa (3F)

04 marzo

Airexe - Sarria. 39.5 km 1055.

Giornata che inizia con il risveglio al dolce rumore della pioggia che picchietta sui vetri.
Mi alzo guardo fuori: vento e pioggia e chissà se farà pure freddo.
Preparo lo zaino, bevo una tazza di te, saluto Elios, che parte prima di me, quindi alle 08:15 mi avvio pure io. La pioggia dura si e no 10 minuti e quella che riesco a prendere, pochi km più in la, è quella che, depositatasi sui rami di un albero, viene scossa dal vento sorprendendomi.


Ad uno scaramantico la giornata che inizia così sarebbe certamente auspicabile: passo per un piccolo paese in cui la strada principale è ricoperta da un paio di cm di "fortuna" di vacca.
Così a seguire, molti altri paesi troverò nella medesima condizione.
La discesa verso Portomarin non è affatto difficile se non fosse per le bizze del tempo che scarica continui scrosci di pioggia, questo mi costringe a tenere indossata la mantella cerata che non permette una buona traspirazione con il risultato che si può immaginare.
Ad un certo punto esce pure il sole.
Come dicevo la discesa è piacevole, si percorrono lunghi tratti di sentiero boschivo, a momenti si fiancheggia la strada, ma certamente non è un problema visto che è domenica ed il traffico è alquanto limitato.
Da quando sono partito a parte la tazza di te non ho bevuto e tantomeno mangiato altro.
I bar ci sono ma sono regolarmente chiusi, molti di questi sono parte di alcuni ostelli che al momento sono chiusi.
Devo arrivare a Portomarin per poter mettere qualche cosa nello stomaco, dei biscotti, che sono colazione e pranzo, ed una tazza di te.
A Portomarin tutti i negozi sono aperti e posso fare un poca di spesa, considerando che a Sarria ben poco troverò, del pane e del formaggio, come cena, fanno al caso mio.
Vero le 12:20 riparto.
Immediatamente un "rincontro" il Rio Mino, quello che attraversa Orense, non sapevo che fosse il fiume che alimenta l'invaso di Belesar, lago che ho visto pieno solo in fotografia, la prima volta, addirittura, c'era pochissima acqua che correva lungo il fiume.
Ribadisco un concetto già espresso: le altimetrie delle guide non servono ad alcunché: un conto è vedere il sentiero su carta ed un conto è percorrerlo.
La salita non certamente delle più dure ma vi posso assicurare che sfianca e l'arrivo alla sommità, in quel di Mirallos è una vera consolazione.
Il ricordo di tre anni fa, percorrendolo al contrario, non da assolutamente l'idea a cosa si vada incontro.
Il cammino sale tra boschi, coltivazioni (rare a dire la verità) e pascoli, tanti pascoli.
Pare di essere da noi in estate in alta montagna in mezzo ai pascoli dopo la transumanza di giugno.
Paesaggi bucolici che mi fanno pensare a quanto possano essere migliori i prodotti caseari ricavati dal latte di queste mucche, che pascolano tranquille allo stato semi brado, rispetto a quelli prodotti con latte di animali costretti ad una vita stressante legati dalla nascita alla morte alla stessa catena!
In Spagna, devo ammetterlo, mi sto godendo da matti i formaggi che qui producono, hanno veramente un altro sapore e non è una questione di tipo di produzione, e spero di arrivare a Deva, nelle Asturie, di sabato, giorno di mercato, per comprarmi un paio di kg di CABRALES!
Lungo il cammino, salendo da Portomarin verso Sarria, incontro molta più gente rispetto al tratto mattutino, tra questi incontro alcuni italiani.
Il tempo fa proprio le bizze ed il "Vento Matteo" è sempre più dispettoso.
Nonostante tutto il sentiero è piacevole da percorrere, ho un solo rammarico: mi sono perso Barbadelo non sono riuscito a trovare i segnali.
Di questo tratto ho un buon ricordo per una foto fatta sulla salita che porta al paese dopo la ferrovia.  www.panoramio.com/user/2615640 Vi do il link qui troverete, chi già non ha visto, alcune foto fatte da me e tra queste c'è quella che ho menzionato, è un raggio di sole che passa attraverso i rami lungo il sentiero che porta al paese.
All'arrivo mi evito la salita "brusca" in paese e seguendo la strada principale raggiungo l'albergue.
Qui trovo già tante persone e sono costretto a dormire "alto".
Tra le persone c'è un italiano.
Comincio di nuovo ad entrare in quello che è il mio modo di intendere il cammino: macino km con tanta calma!
Riesco finalmente a staccarmi da quelli che sono i "pensieri di tutti i giorni" e sto piano piano ritornando al periodo di febbraio quando sulla Plata mi lasciavo emozionare da qualsiasi pensiero gentile.

Ho mangiato:

300 gr di wafer alla vaniglia (colazione e pranzo)
Cioccolata con riso;
Pane e formaggio.

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