giovedì 30 luglio 2015

Undicesimo giorno lettone

29 luglio, mercoledì, da Saraiki a Dica (dal km 39.200 della P111)

Dopo una nottata di pioggia a scrosci decisamente forti, pare che ci sia una sosta, sono le 07 e ne approfitto per smontare la tenda.
Alle 08 sono in strada, continua la terribile strada bianca di ieri, tutta dossi e buche, e per fortuna non piove, infatti ci sono i soliti imbecilli che guidano a velocità folle per una strada simile.

Le prime case che incontro sembrano essere il rimasuglio di quando su queste terre dominava il CCCP, infatti questa era una base di primaria importanza dell'Unione Sovietica.
Oltre alle strade che ancora hanno un numero invece che un nome, vi sono dei vecchi edifici che fanno pensare a quel periodo, degli immensi casermoni ove ammassare il popolo.

La città di Liepaja è questo, un resto di quella che una volta era la Grande Unione Sovietica, unico neo, se così vogliamo dire, è la chiesa ortodossa, anzi la cattedrale, vita dall'esterno è decisamente un bell'edificio, ma facendo uno strappo alla regola, provo ad entrarci, non c'è verso, io nelle chiese non ci devo entrare: una "ciuccia mentine" o tira campanelli che dir si voglia, mi caccia immediatamente, deve avermi scambiato per un comunista, ho fatto solo una foto!
Invece una cosa bella accade prima di entrarci, vedo venirmi incontro una famiglia, lui, lei è due bambini, lei decisamente una bella donna, mi guarda e mi chiede: "Roberto?" Le dico di si, quindi ribatte dicendomi che ci siamo visti a Jurmala qualche giorno prima.

Faccio mente locale e si, cavolo, è una delle due signore russe che ho conosciuto la sera che ho conosciuto Nikolas, il russo che non smetteva mai di offrirmi da bere.
Purtroppo l'incontro è stato breve, il tempo di un saluto e via, ma la foto l'ho fatta, stavolta.
Proseguo a percorrere la città, davanti a me una donna dal fisico stupefacente, facciamo la stessa strada, quando l'affianco la guardo e mi pare di vedere la figlia di Fantozzi... 
Tutta la città, a parte qualche settore costruito da poco, pare un rimasuglio della GUS, i grandi palazzoni, vecchi e mal tenuti, le oramai decrepite case in legno lasciate all'abbandono più totale, cose che secondo me andrebbero conservate.
Il vecchio ponte sul canale, pieno di ruggine nonostante la manutenzione, le strade curate a metà, insomma una città mezza abbandonata a se stessa.

Mi ci fermo per pranzare, verso le 13 riparto è da qui in poi è tutto un susseguirsi di campeggi, fino a circa 20 km dopo la città e all'ultimo paese che incontro, dopo di che il nulla.
Continui lavori in corso, con la strada transitabile a metà con continui semafori.
Ad uno di questi vedo passare una FIAT 500 nera vecchio tipo con targa italiana, lancio un saluto, mi viene risposto, la macchina è costretta a fermarsi al semaforo, faccio un centinaio di metri a ritroso e Gianluca, il guidatore proprietario della vettura, si ferma, un paio di chiacchiere, lui sta facendo i paesi baltici in macchina, partendo da Roma, un paio di foto e lo scambio di indirizzo posta elettronica.
Proseguendo, nel nulla più assoluto, contro due ragazzi lettoni in bici, che mi confermano che non v'è nulla per i prossimi 30 km, mi offrono pure tre barrette energetiche.

Più avanti vedo dei campi coltivati a cereali, una speranza di trovare qualche cosa c'è, infatti trovo una casa, mi avvicino, mi faccio riconoscere ed il proprietario invece che farmi posare la tenda, mi lascia mettermi in un locale distante dalla casa, ma nuovo, caldo ed asciutto, il tutto per 5€: notte al caldo ed all'asciutto.
Decisamente una buona cosa!

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