mercoledì 5 agosto 2015

Quinto giorno lituano

3 agosto, lunedì da Pagėgiai a Jurbarkas

Tappa decisamente dura, causa un'indicazione stradale alquanto contraddittoria.
La partenza è decisamente delle migliori, dopo i saluti, mi immetto sulla strada principale, larga con una bella banchina transitabile ed una pista ciclabile che l'accompagna per un lungo tratto.
Dopo 3 km c'è il bivio che porta in Russia, io devo svoltare a sinistra in direzione Vilkyskiai, e come già ieri e l'altro e fino a quando non arriverò di nuovo al mare, "costeggerò" il confine russo, fino ad arrivare a pochi metri quando sarò verso la Polonia.

Come dicevo la strada è buona all'inizio, ma non appena alla svolta successiva prendo la 141, le cose cambiano.
Di nuovo zolle e solchi che rendono molto difficile camminare tranquillamente, per fortuna il traffico non è molto intenso, pur essendo lunedì.
La cosa che più mi lascia deluso è il fatto che mi manchino gli spunti per delle fotografie, decisamente pochi e per lo più sono scatti che mi serviranno per la descrizione del percorso, ma anche in questo caso non vedo molto di interessante, ai tempi che furono sono convinto che avrei fatto questo viaggio con non più di 10 rullini da 36 al seguito.

Il paesaggio è "liscio e piatto", anche i piccoli paesi che attraverso hanno ben poco da offrire, unica nota, ci si avvicina alla Polonia e l'influenza cattolica si nota già da ieri, chiese, edicole, statue e crocifissi cominciano ad "adornare" le strade.
Alle 11:30 mi fermo per la prima sosta e la scrittura della pagina di ieri, il locale apre alle 11, ma la cameriera deve avere il "periodo delle piogge" e lo notano anche due ragazzi che si fermano per mangiare e si lamentano del fatto che non servano birra.
Finita la sosta, dopo poche decine di metri dalla ripartenza, è il momento delle ciliegie, alberi stracolmi su terreno pubblico: che fare?

Riparto ed in ogni piccolo centro che incontro entro nel locale negozio di alimentare, oggi le bibite zuccherate vanno giù che è un piacere senza contare i gelati a base d'acqua.
In uno di questi, vicino alla fermata del bus vedo un signore che rovista tra le immondizie e sta cercando cicche di sigarette, non posso fare altro che entrare in negozio prenderne un pacchetto e consegnarglielo, mi guarda esterrefatto come per dire, ma chi sei?
Dopo questa piccola parentesi riprendo e all'uscita dal paese il qui pro quo, vedo un cartello che indica Jurbarkas a meno di 20 km.
Faccio un semplice conto e parto a spron battuto, dovrei arrivare prima che faccia buio.
Man mano che mi avvicino i dubbi cominciano a salire, fino a quando non incontro una coppia di ciclisti polacchi che smontano il mio castello.

Quando pensavo di essere a meno di 6 km, mi dicono che ne mancano 12, poco più avanti un segnale che me lo conferma.
Proseguo fermandomi in un paio di posti a chiedere se ci sono dei campeggi nei paraggi, nulla da fare e mi arrendo all'evidenza.
Se durante il pomeriggio la lunga fila di alberi mi ha protetto dal forte calore pomeridiano, a quest'ora non mi concede possibilità di trovare un posto ove piazzarmi per la notte.
Quindi muso duro, berretto schiacciato e avanti fino in città.

Qui ci sono due posti ove fermarmi, un hotel ed un B&B, il secondo è decisamente caro mentre il primo è abbordabile, quindi alle 22:20 entro in hotel e mi ci piazzo per la notte, riuscendo perfino a lavare un paio di cose ed averle asciutte la mattina.    

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